Il Sud America, quella America altra totalmente diversa dagli Stati Uniti così liberali; quell’America dove le libertà sono sempre centellinate e gestite da chi ha soldi e potere; quell’America dove dire la propria costa tanto e stare zitti costa ancora di più.
È questo Sud America poco conosciuto dal punto di vista letterario, ma che oggi viene riscoperto grazie alla casa editrice romana SUR che propone o ripropone, nelle sue bellissime edizione colorate, grandi scrittori e grandi opere dimenticate che cantano del coraggio della gente che si oppone all’arroganza dei potenti.
Niente miracoli a ottobre di Oswaldo Reynono è una delle grandi pubblicazioni fatte l’anno scorso dalla casa editrice: pubblicato per la prima volta in Perù nel 1965, solo oggi vede le stampe, per la prima volta, in un paese straniero.
E grazie al cielo SUR è nostra e ci permette di leggere e scoprire queste meraviglie.
Ottobre, a Lima, è il mese del Signore dei Miracoli e le strade della città si riempiono di fedeli vestiti con tuniche viola pronti a pregare questo crocifisso, copia di un dipinto fatto da uno schiavo di colore nel diciassettesimo secolo. Quest’icona ha resistito a ben due terremoti, evitando di far crollare sotto la furia delle scosse, il muro cui era appeso: è per questo che tutti i credenti affollano le strade e pregano, chiedono, sperano, anelano a un miracolo.
Ed è proprio il giorno della processione del Signore dei Miracoli quello che Reynoso racconta in questo libro dalla copertina viola come le tuniche degli abitanti della città. Tutto succede in quattordici ore, tutto si muove in questo lasso di tempo: c’è Don Manuel che rappresenta il potere politico, despota e prepotente che comanda e decide perché ha il dio denaro dalla sua; c’è un americano che vorrebbe fare affari con il Perù che rappresenta il potere economico, ma questo progetto viene osteggiato e ostacolato in tutti i modi da Don Manuel e dai suoi perché vorrebbe dire liberare dal giogo i contadini che, invece, fa comodo tenere soggiogati; c’è la processione e c’è il Signore dei Miracoli che rappresentano il potere religioso che da speranza ma che illude perché alla fine nessuno si riscatta, non ci sono sconti né miracoli per i protagonisti di questa storia che, ciechi, pregano e chiedono aiuto a quel Cristo crocifisso che è sopravvissuto a due terremoti e non ha più la forza di aiutare nessuno.
Mentre il giorno inizia e finisce, conosciamo quelle formiche che sono i personaggi principali del romanzo e, attraverso lo stile strambo ma perfetto di questo scrittore eccentrico, marxista, omosessuale e ateo impariamo a capire come funzionano le cose a Lima e, ancora una volta, ci rendiamo conto di che America altra sia il caldo, passionale e soleggiato Sud America.
Ogni capitolo è un punto di vista che, in modo inaspettato e repentino, cambia e diventa quello di un altro; le descrizioni sono la cosa che mi colpita di più: senza essere troppo arzigogolate, anzi, essendo quasi ridotte all’osso, la città, il suo caldo, i suoi colori, la sua bruma, i suoi odori, la sua sporcizia, la sua povertà, si disegnano in automatico davanti agli occhi del lettore come un acquarello dipinto da mano esperta.
Che gran peccato non aver potuto conoscere prima questo, ma che peccato ancora maggiore sarebbe stato non averlo potuto conoscere mai.
Niente miracoli a ottobre, SUR edizioni 2015, 279 pagine, tradotto da Federica Nicola.
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